Vigneti
6 ettari, divisi in circa 15 appezzamenti, che vanno dalla costa, a pochi metri dal mare, fino a oltre 600 metri di altitutine. Le vigne ideali, ovviamente, sono quelle ospitate su terrazze strette e che ricevono a pieno la luce del sole.
Uve e Vitigni
Le cantine Cenatiempo portano avanti da sempre un’azione di tutela del territorio e del patrimonio agrario che qui si trova. Ecco perché si prediligono i vitigni autoctoni dell’isola che nei secoli si sono perfettamente adattati all’ambiente e al clima.
Terreno
Il terreno di Ischia è vulcanico e questo dona una forte mineralità ai vini che qui sono prodotti.
Sistema di coltivazione
Date le caratteristiche del terreno, la viticoltura delle cantine Cenatiempo non può che definirsi eroica: quasi tutte le attività non sono meccanizzabili e devono essere svolte a mano. Seguendo inoltre la tradizione di tutela attiva della biodiversità, nelle vigne Cenatiempo si porta avanti un’agricoltura biodinamica, nel pieno rispetto del suolo.
La natura originaria di terreni e piante, infatti, non viene modificata con preparati chimici, ma al contrario viene preservata con la pratica dell’inerbimento spontaneo controllato e seminando i sovesci all’occorrenza. Per difendere le viti dalle malattie fungine vengono utilizzati solo rame e zolfo da contatto, che non sono assorbiti dalla vite.
Vinificazione
Per preservare a pieno la qualità delle uve e rappresentare al meglio il territorio, nelle cantine Cenatiempo l’intervento sui mosti è ridotto al minimo: ci si affida al controllo della temperatura di fermentazione, alle filtrazioni meccaniche e i solfiti sono usati in quantità appena percettibili.
Perché è in Vinevo
Pasquale Cenatiempo in cantina e in vigna lavora con uno straordinario rispetto per la natura e per la salubrità dei suoi prodotti.
I suoi vini esprimono l’incanto di un’isola vulcanica del Mare Tirreno con tutta la sua profondità e bellezza, ma sorprendono spesso con una freschezza simile a quelli di latitudini molto più nordiche.
Le varietà coltivate sono tutte locali compresa la Forestera, l’ultimo vitigno recuperato pochi anni or sono di un’antica tradizione millenaria.
Pasquale, pur essendo un ischitano verace, è una persona schiva e intimista che rifugge le luci della ribalta. Per lui, parlano i suoi vini, irruenti ed eleganti, preziosi e autentici, viva espressione del mare e del fuoco da cui provengono.