Per bere meglio

Non tutti gli spumanti sono uguali

Una guida rapida per orientarsi tra i tanti spumanti presenti sul mercato tra Brut, millesimati, metodo classico e tanto altro

Innanzitutto, chiariamo che uno spumante è un vino come gli altri, la sola differenza è nella presenza maggiore di anidride carbonica, responsabile delle bollicine. Per raggiungere questo risultato lo spumante subisce una doppia fermentazione, processo nel quale i lieviti si “mangiano” lo zucchero presente nel vino rilasciando principalmente alcool e anidride carbonica. Ci sono alcune caratteristiche che dobbiamo tenere da conto quando siamo di fronte allo scaffale dell’enoteca indecisi su quale acquistare.
1.

I vitigni dello spumante

Partiamo dalle basi, ovvero i vitigni che vengono utilizzati. Ognuno ha un suo gusto caratteristico che influenzerà il risultato. Da sapere che per gli spumanti vengono utilizzati sia vitigni a bacca bianca che a bacca rossa. Tra i vitigni internazionali più utilizzati troviamo quindi non solo Chardonnay e Pinot Bianco ma anche il Pinot Nero. Spesso utilizzati insieme e non in purezza, danno origine a spumanti Blanc de Blancs nel caso di soli vitigni a bacca bianca e Blanc de Noirs se sono solo a bacca nera. In Italia, le grandi produzioni come il Trento DOC, L’Oltrepò pavese e Franciacorta si basano su vitigni internazionali, ma non mancano spumanti realizzati con vitigni autoctoni in tutta Italia. Ad esempio in valle d’Aosta troviamo il vitigno storico Prié Blanc, mentre in Sardegna non è raro degustare spumanti a base di Vermentino, così come di Pigato in Liguria. E ancora al sud da non perdere l’Asprinio nel casertano, il Bombino in Puglia e il Nerello Mascalese spumantizzato in Sicilia.

2.

Millesimato sinonimo di qualità?

Quando sentiamo parlare di uno spumante millesimato non è garanzia di un prodotto migliore, ma semplicemente indica l’utilizzo almeno per l’85% di uva di una unica annata e quindi la possibilità di indicare l’anno sull’etichetta. Per contro gli spumanti sans année sono il risultato di un assemblaggio di vini di diversi anni e sono alla base della produzione di quelle cantine che cercano una continuità di gusto nei diversi anni di produzione. Riassumendo: un millesimato sarà la massima espressione di una stagione (per questo motivo alcune cantine lo producono sono negli anni migliori), un sans année sarà pressoché identico anno dopo anno, permettendoci di riconoscere le stesse sensazioni a distanza di tempo.

3.

Il metodo di produzione

Metodo Classico (o Champenoise) e Martinotti ( o Charmat) sono i due metodi di produzione dello spumante. Si differenziano per la modalità della seconda fermentazione: nel primo caso avviene in bottiglia e nel secondo in vasche o autoclave. Anche in questo caso non possiamo dire che uno sia migliore dell’altro. Il metodo Martinotti Charmat è più recente ed ha una maggiore velocità di produzione con un costo inferiore. Spesso utilizzato per spumanti dolci, crea vini dai colori più tenui del metodo classico, dal sapore fresco e meno strutturato dove i profumi sono più vivaci e fragranti. Certo che se vogliamo uno spumante strutturato e intenso dovremo rivolgere la nostra attenzione al Metodo Classico.

4.

Da secco a dolce: uno spumante per tutti i gusti

Infine, esiste un’indicazione che ci fa capire prima di aprire la bottiglia quanto sarà dolce il nostro spumante. In base alla quantità di residui zuccherini misurata in grammi per litro, esiste una classificazione dal meno dolce al più dolce: Pas dosé (detto anche Brut Nature)  Extra BrutBrutExtra DryDry (o Secco o Sec)  Demi Sec (o Abboccato)  Dolce (o Doux). Ce n’è per tutti i gusti e gli abbinamenti, senza relegare lo spumante alle sole feste comandate. Se un demi sec può accompagnare egregiamente un dessert amplificandone la dolcezza, perché non provare un Pas dosè con i crostacei o un Brut con dei salumi di qualità come il culatello?