Tema del mese

Il dono del tempo

Il viaggio di ottobre ci porta a riflettere sull'importanza di preservare l'eredità che il tempo regala ai vigneti

Preservare un vecchio vigneto è come prendersi cura delle opere esposte in qualsiasi museo italiano.

Le vecchie viti portano con sé la storia della loro terra. Sono vivi testimoni delle mutazioni paesaggistiche che hanno subito nel tempo, riuscendo a non esserne travolte. Oggi la loro resistenza le trasforma in totem di speranza. Sono il prodotto di attenzioni e cure che generazioni di famiglie contadine hanno donato loro. Sono piante che il tempo ha modellato e ha reso forti, capaci di espressioni straordinarie che solo l’età permette di concepire.
1.

Siamo come viti

Pensiamo alla bellezza dei secolari alberelli etnei dai tronchi contorti e nodosi, oppure alle alberate aversane, le viti maritate, che svettano oltre i 15 metri abbracciate ai pioppi che le sorreggono. Un abbraccio antico, alcuni ceppi originari risalgono alla fine del ‘600.
Le viti ci assomigliano: anche per gli esseri umani la freschezza non è un valore assoluto, la gioventù è una parte del percorso che porta alla profondità e alla ragionevolezza dell’età matura. E forse potremmo guardare a gioventù e vecchiaia come tappe di un percorso che ci conduce a cogliere e gustare appieno il sapore del meraviglioso regalo che è la vita.

Diceva bene Arthur Schopenhauer:

“Nella gioventù vi è una maggiore creatività, e dal poco che si conosce si è in grado di ricavare qualcosa di più: nella vecchiaia per contro vi è maggior giudizio, penetrazione e fondatezza. Il materiale di conoscenze originarie, di spontanee visioni fondamentali, ossia ciò che uno spirito privilegiato ha il destino di donare al mondo, è da costui raccolto già in gioventù: egli tuttavia diventa padrone della sua materia soltanto nell’età tarda. Di conseguenza si troverà per lo più che i grandi scrittori hanno prodotto i loro capolavori intorno ai cinquant’anni. La gioventù rimane tuttavia la radice dell’albero della conoscenza, anche se soltanto la corolla potrà portare i frutti”.

2.

Qualità che nasce dal tempo

Tornando alla vite, pensiamo a quanta qualità può nascere dal tempo.
Con il lento passare degli anni si evidenzieranno le unicità, la vite radicherà nel terreno profondamente, diverrà sempre più forte ed esperta e saprà resistere a eventi meteorologici avversi, troverà minerali e nutrienti che restituirà poi nei suoi frutti. Che saranno ricchi di qualità organolettiche e di struttura.
Di contro, certo le vecchie viti produrranno meno, e in una società rivolta a produzione e consumo potranno essere considerate obsolete e poco redditizie, e per questo da sostituire.
Pensiamo agli impianti di produzione intensiva di frutta: là si vedono piante che un tempo erano alberi, e che ora vengono coltivate a filare per aumentare la produzione e limitare i costi di esercizio. Non importa se la natura viene così violentata e se al mondo vegetale non viene data la possibilità di esprimersi con armonia. L’importante è il business. Quello che accade è però che anche negli studi di selezione clonale, fiore all’occhiello di questa concezione, oltre ai supposti miglioramenti qualitativi, stanno emergendo nuove e inaspettate fragilità.

3.

Vigna vecchia che brodo fa?

Proteggere una vigna vecchia è salvare un patrimonio genetico e al tempo stesso è mantenere viva l’eredità e la testimonianza di una comunità. Preservare un vecchio vigneto dall’espianto è un po’ come prendersi cura delle opere esposte in qualsiasi museo italiano, o dei reperti archeologici unici al mondo, di cui andiamo tanto fieri. Ma spesso chi dedica la propria vita a imprese come questa sbarca il lunario a fatica.
E purtroppo la legislazione non ci aiuta: “vigna vecchia” non è un parametro riconosciuto.
Non c’è una data certa per definire quando la vigna può essere considerata vecchia, né esiste un disciplinare che ne regolamenti l’esistenza e ne riconosca la qualità.

4.

Cosa possiamo fare?

Ma per aiutare chi si adopera per preservare queste ricchezze, mosso dalla passione e dall’amore per la propria storia, noi amanti del vino possiamo fare molto. A volte anche riconoscere il giusto prezzo a un prodotto è parte integrante della sopravvivenza economica di un’azienda agricola e dà la possibilità di proseguire in un progetto a tratti quasi eroico. Possiamo partecipare informandoci, valutando i prodotti, sentendoci parte di quel progetto, mettendoci idealmente al fianco di chi lavora.
O possiamo anche solo bere consapevolmente questi vini unici, sapendo di preservare così un patrimonio viticolo che ci appartiene e che abbiamo solo dato in affidamento a qualche bravo vignaiolo.
Nella nostra ricerca, Vinevo ha voluto presentarvi vini prodotti con vigneti di almeno 45/50 anni. Abbiamo attinto a produttori presenti in diverse regioni italiane per evidenziare come esistano molti vignaioli sensibili al tema proposto, che hanno saputo cogliere la ricchezza presente nelle loro vigne.

Speriamo di avervi incuriosito e che questa richiesta di attenzione possa essere condivisa anche da voi.

In alto i cuori e cin cin!
Italo Maffei